La Celestina – trama

… C’è un signore, Calisto, il qualesi invaghisce di una fanciulla di “serenissimo sangue”, Melibea. Respinto, infelice, petrarchevole, come si viveva Petrarca alle soglie del Cinquecento, sembra non abbia riposo nè speranza, quando un suo servo, Sempronio, gli consiglia un rimedio sicuro: ricorrere a Celestina, famosa mezzana e fattucchiera.
Celestina sa tutto, può tutto, conosce tutte le strade. Sollecitata, interviene. Si concilia, col miraggio del guadagno che ricaverà da Calisto, Sempronio; e un altro servo, Pàrmeno, più giovane, zelante e fedele al suo padrone, ella corrompe con la promessa del piacere.
Celestina è la depositaria dei segreti della città. Ella conosce l’animo di tutti, i nobili e plebei, giovani e vecchi, bacchettoni e scapestrati, conosce l’altro lato della società, poiché è addetta ai suoi bisogni segreti. La Celestina ha l’onore del suo mestiere di mala femmina come d’una corporazione, ha l’orgoglio della sua scienza di far capitolare le anime più dritte. La sua è una tecnica come un’altra, e poiché la società del suo tempo ne ha bisogno, ella si adopera per le sue turlupitudini quel linguaggio alto con cui la società copre i suoi vizi. Ridurrà a sé la serva di Melibea, Lucrezia, promettendole una droga che profuma l’alito e la renderà seducente. E farà capitolare Melibea con un’altra suggestione, impietosendone l’animo verginale per un Calisto, ella dice, malato e poi ossessionandola di lui, del suo nome, delle sue fattezze. Tutti questi soggetti che diventano sua preda, sono ai suoi occhi senza prestigio; di ognuno ella non vede che la passione da cui è tirato. Se Calisto farnetica di Melibea petrarcheggiando, Celestina vede in Melibea una ragazza in cui la voce dell’istinto perverso è appena chiusa dalle convenzioni. Melibea cede a Calisto. Noi ne sentiamo il primo dialogo attraverso la porta del giardino di Melibea, con le parole che usano fra dama e cavaliere. Ma i servi di Calisto vanno a fare i conti con la Celestina, per la loro parte dei doni ottenuti con la sua mediazione. Celestina rifiuta. È uccisa. I due fuggono, ma caduti in mano ai birri sono decapitati sulla pubblica piazza. Per vendicare la morte di costoro, che erano i loro amanti, le due sgualdrine, Elicia e Areusa, allieve di Celestina, incaricano un vile ammazzasette di uccidere Calisto.
L’ammazasette non si azzarda, ma Calisto è punito ugualmente del male commesso, cadendo dalla scala di cui si serve per entrare nel giardino di Melibea che, perduto l’amato, si uccide…
(dalla prefazione a “La Celestina” di Corrado Alvaro – ediz. Bompiani 1943)