La visita della vecchia signora – recensioni

Estratti di rassegna stampa

La Provincia Cosentina – 18.01.2004

“Divenni una puttana perché il verdetto del Tribunale mi aveva reso tale” dice una patetica Claire interpretata dalla straordinaria Isa Danieli…

Iole Perito


Il Quotidiano (di Cosenza) – 18.01.2004

Il regista Pugliese che trent’anni fa ci sbalordì con quel grande fantasmagorico espressione di napoletanità che fu il suo Masaniello, oggi ritorna con un nuovo exploit che riesce ad unire lab gioia della follia mediterranea con il pensiero metafisico del mittel-euorpa. È senz’altro uno spettacolo che lascerà il segno nella stagione teatrale in corso e che Cosenza possa essere orgogliosa di aver ospitato per prima….

Tra grandi invenzioni al livello di effetti sonori e movimenti mimici, con luci indovinate (di Cesare Accetta), con i costumi sfolgoranti di Silvia Polidori e le musiche gradevoli di Pasquale Scialò, Pugliese ottiene dai suoi attori una prestazione corale di eccezionale rigore, con una Isa Danieli che offre una grande interpretazione tragica con risvolti grotteschi graffianti.

John Francis Lane


Gazzetta del Sud (Cosenza) – 19.01.2004

…il regista napoletano si conferma ottimo direttore di attori…. Quella che Armando Pugliese aveva definito una sfida può dirsi felicemente riuscita… Un plauso meritano le scene di Bruno Buonincontri.

Sergio Palani


La Gazzetta del Mezzogiorno (Bari) – 06.02.2004

Le soluzioni sceniche della regia, la chiave e il ritmo epico-musicali impressi ala messinscena isolano, in mezzo alle sequenze e ai dialoghi tra i paesani nella loro progressiva corruzione etica, i pochi passaggi dove emerge l’atroce verità psicologica della vecchia Claire….

Balletto scenico fortemente colorato e vistoso, con quadri e sagome da feroce cabaret o da vignetta livida, La visita della vecchia signora in questa versione diretta da Pugliese ha una sua vistosa e godibile teatralità…

…Isa Danieli è un’icona impeccabile per cattiveria e malizia giocondamente imposte alla saga paesana, col moralismo che sfuma deciso nell’ironia e nel grottesco…

Pasquale Bellini


Zip Sera (Bari/Lecce) – 06.02.2004

…La Danieli, con Massimo Foschi ed un affiatatissimo cast, che balla e canta, unendo sublimamente la farsa e la tragedia, elementi che si ritrovano in una visione pirandelliana del teatro, ci regalano un’opera ben costruita, emozionante e divertente, cinica e affascinante, in cui il tocco determinante è dato dalla sapiente, puntuale regia di Armando Pugliese…

Gilda Camero


La Repubblica (Napoli) – 13.02.04

…La Danieli, fedele alle indicazioni dell’autore, esibisce «una grazia singolare e un fascino malvagio»: una performance aspra, disperata, autoironica. Massimo Foschi indossa i segni di una tragedia ridicola… in scena ci sono altri quindici bravi attori, molti con doppio ruolo…

Una vicenda di ordinaria disumanità, molto ben raccontata anche dalle scene di Bruno Buonincontri, dai costumi di Silvia Polidori e dalle musiche di Pasquale Scialò.

Antonio Tricomi


Corriere del Mezzogiorno (Napoli) – 13.02.2004

È uno spettacolo dalle sicure suggestioni formali e da un’impeccabile resa attoriale… di quelli ben confezionati, ben recitati, con scenografie suggestive e musiche appropriate…

Stefano De Stefano


la vista - vendLa Stampa – 15.02.2004 

La vendetta della vecchia signora

Una miliardaria di ritorno nel paesino dov’era nata promette di tirarlo fuori dalla sua terribile crisi finanziaria (crisi, si scoprirà, provocata da lei stessa), e per di piu’ di distribuire una somma enorme tra gli abitanti,dietro una condizione: questi ultimi dovranno uccidere legalmente l’uomo che a suo tempo la sedusse e abbandonò. Li’ per li’ i cittadini respingono la proposta con orrore, ma poi tutti pur senza impegnarsi in prima persona cominciano a indebitarsi acquistando generi voluttuari, nella presunzione mai chiaramente formulata che qualcuno si faccia avanti a soddisfare la richiesta…

‘La visita della vecchia signora’ appartiene a quel filone di commedie corali inaugurato dall”Ispettore generale’ di Gogol, in cui si svela progressivamente la corruzione di una comunità.Il Novecento ne ha date parecchie, soprattutto con Brecht; questo dello svizzero Friedrich Durrenmatt è del 1956, quasi contemporanea dei ‘Rinoceronti’ di Ionesco – anche li’ la trovata di base è talmente forte da far sembrare i singoli episodi semplice decorazione lungo un itinerario obbligato, che non consente sorprese. Nel caso di Durrenmatt tuttavia il sarcasmo e l’estro un po’ surreale dell’autore riattizzano spesso l’interesse. L’indistruttibile signora Zachanassian ha, si apprende, una gamba e una mano artificiali, ricordi di un incidente aereo di cui fu l’unica sopravvissuta, ma questo non le impedisce di cambiare vertiginosamente mariti, magari portandosi dietro quelli usati, insieme con due precedenti vittime della sua vendetta, testimoni prezzolati che tennero bordone al suo seduttore e che ella ha fatto castrare e accecare dopo averli rintracciati in capo al mondo. Poi ci sono occasioni di spettacolo: la banda, i cori, le esibizioni di acrobati con cui gli interessati compaesani accolgono l’illustre reduce; l’automobile nuova dove il figlio del condannato porta a spasso genitori e sorella; il chiasso dei reporter accorsi dalla città per seguire la conclusione della vicenda, ecc., ecc.

Un anno dopo ‘Sabato, domenica e lunedi’ trionfatore della scorsa stagione, il ricco, ispirato allestimento stavolta diretto da Armando Pugliese che ha debuttato al Mercadante conferma il felice impegno del giovane Teatro Stabile di Napoli. La scenografia di Bruno Buonincontri colloca ogni cosa, sotto l’altissima volta in ghisa di una vecchia stazione ferroviaria, dove poi singoli ambienti vengono agilmente creati con procedimenti giocosi, trespoli spinti a mano, cartelloni calati, suoni riprodotti al microfono da bravi imitatori, mimi che diventano alberi a persino un daino scalpitante; i costumi di Silvia Polidori sono spiritosi e vivaci; ed efficaci sono le musiche di Pasquale Scialò, occasionalmente ispirate a Nino Rota.Ammirevolissima è poi, anzi, soprattutto, la concertazione dei piu’ che venti interpreti, molti impegnati in piu’ parti e tutti all’altezza della situazione, con particolare spicco di Massimo Foschi ex seduttore invecchiato e imborghesito, intorno alla superbamente dura, ironica e incrollabile Isa Danieli. Dunque, due ore e dieci senza cali di tensione, e gran successo.

Masolino D’Amico


la vista medCorriere della sera-18.02.2004 

La Medea di Durrenmatt miliardaria senza scrupoli

Chissà se intenzionalmente, o per caso, il Mercadante ha inaugurato la nuova gestione con due Medee. La prima era di Euripide e la regista Emma Dante l’ha trasformata in una truce favola siciliana. L’altra, del ’56,è ‘La visita della vecchia signora di Friedrich Durrenmatt e ne è regista Armando Pugliese. I due spettacoli hanno in comune un tratto cruciale, d’essere per cosi dire regressivi. Emma Dante rivela una specie di morboso compiacimento nell’immaginare il sud come luogo arcaico e cupo, una inesauribile fonte di sconcezze.

Armando Pugliese è un sudista con tutt’altro spirito: ha in mente la realtà ma ciò the lo attrae è la storia di questa realtà. Claire Zachanassian, la vecchia signora interpretata da Isa Danieli con piglio da imprenditrice americana, sembra un personaggio di Eduardo De Filippo o una Filumena Marturano capitata nelle mani di Brecht; e la sua visita assomiglia ad un pellegrinaggio al santuario di Montevergine, come lo immaginava Raffaele Viviani.

Intendiamoci, non c`è niente di male. Si può essere regressivi, e si possono amare le favole, benchè tenebrose. E’ una questione di consapevolezza, maggiore o minore. Ad essere maliziosi, ‘La visita della vecchia signora’ si potrebbe leggere come una profezia di casi americani a italiani recenti (il caso Enron e il caso Parmalat) – fermo restando che non già di profezia si tratta ma di descrizione d’un sistema sociale che mezzo secolo fa girava a pieno regime.

In che consiste questo sistema? Nel fatto che vi è una cittadina europea in cui il benessere aumenta a vista d’occhio. Ma questo benessere è fondato su una patologia. Tutti fanno debiti, nessuno ha un soldo reale, nessuno ha un qualche straccio di progetto. Si pone dunque una necessità: la necessità d’un salasso. Per ristabilire un minimo di equilibrio, è necessaria una vittima.Tuttavia la storia è da Durrenmatt raccontata in modo diverso e pone altre domande. Dopo quasi cinquant`anni Claire torna nel suo paesello. Vi era stata abbandonata da un fidanzato che oggi è un povero cristo. piuttosto bonario e inoffensivo. Ma Claire è l’opposto che bonaria.

Poichè, dice, il mondo ha fatto di lei una puttana, vuole fare del mondo un bordello. Attraverso una serie di nove matrimoni. essendo diventata miliardaria compra tutto, compra anche la giustizia. La ragione del suo ritorno l’apparenta a Medea: brama che il suo antico fidanzato sia giustiziato, cioè ucciso, assassinato. La moralità lo proibisce? Non importa. Lo esige la giustizia e, appunto, la giustizia si compra.

Allora, chiede Durrenmatt, come si ristabilisce 1’ordine del mondo? Non esiste forse la prescrizione, ovvero il perdono? Oppure: che senso ha una «ubrys» contro un’altra «ubrys», ammesso che la rottura del fidanzamento tale fosse? E infine: Claire commette o risarcisce una ingiustizia? Queste domande nello spettacolo di Pugliese si stemperano nel rinvio alle iconografie (e ai ritmi sognanti) di De Filippo e di Viviani. Alla fine la presenza piu’ energica è quella del personaggio piu’ debole, della vittima designata, che è Massimo Foschi.

Franco Cordelli


la vista ritorIl SOLE-24ORE – 29.02.2004 

Un ritorno al passato con vendetta

…la brava Isa Danieli, più che la furia vendicatrice, ne evidenzia un’allucinata nostalgia, quasi un funesto languore amoroso, mentre Massimo Foschi delinea con sottigliezza la graduale accettazione da parte di Ill del suo ruolo di vittima sacrificale.

…e non è male l’idea della costumista Silvia Polidori, che mostra i “visitati” – dapprima grigi e stinti – sempre più simili ai variopinti visitatori.La scena di Bruno Buonincontri rimanda alle strutture di una fabbrica, che con la sua chiusura ha messo in ginocchio la popolazione, emblema di una civiltà industriale le cui spietate leggi sono all’origine dell’efferata conclusione.

Renato Palazzi


La Nuova Ferrara – 13.03.2004

Pugliese monta lo spettacolo con mano leggera e felice, con poco scenario un po’ demodé e attrezzeria da teatro epico apprestato da Bruno Buonincontri.

Conta poi su due interpreti di invidiabile presenza scenica: Isa Danieli è la vecchia Claire che sa incarnare alla perfezione una condizione quasi paradossale mentre Massimo Foschi presta alla vittima predestinata un’umanità che si sforza di ragionare fino alla fine e tutti e due sanno donare una poesia quasi crepuscolare ad entrambi i personaggi.

Attorno un cast dai caratteri sempre indovinati… Elogio collettivo che va ad aggiungersi agli applausi calorosi del pubblico.

Alessandro Taverna


Il Resto del Carlino – 13 marzo 2004

L’allestimento diretto da Armando Pugliese, ha riscosso nella prima ferrarese quel successo che lo spiegamento di mezzi in termini di scenografia, numero degli attori e interpretazione, ha strameritato, anche e soprattutto per il coraggio dimostrato nel cimentarsi con un’opera nella quale è quasi inesistente il confine fra drammaticità e comicità….

…I cambi di scena a vista, arricchiti dall’intuizione di continuare a far recitare gli attori addirittura mentre spostano mobili e oggetti, hanno colto nel segno di uno spettacolo concepito nel rispetto dell’originale impostazione di Dürrenmatt.

Riccardo Roversi


Giornale del Popolo – 26.03.2004

La compagnia Gli Ipocriti ha saputo rendere la piéce dürrenmattiana in tutte le sue articolazioni verbali, canore e mimiche. Il pubblico ha applaudito a lungo l’interpretazione dei numerosi teatranti, capeggiati da Isa Danieli e da Massimo Foschi.

O.M.


Corriere del Ticino – 26.03.2004

…una rappresentazione che sa conquistare il pubblico fin dalle prime battute proprio grazie all’omogeneità della recitazione ed al ritmo perfettamente calibrato che tutti gli interpreti sanno mantenere durante le due ore e mezza di spettacolo. In perfetta sintonia con la pièce anche la scenografia di Bruno Buonincontri … i costumi di Silvia Polidori … e le musiche di Pasquale Scialò.…La Danieli è perfetta nei panni (e che panni!) di questa icona…

Antonio Mariotti


Azione – 31.03.2004

L’operazione, riuscitissima peraltro, non è scivolata in un divertissement programmato ma si è contraddistinta anche per una vena di straniamento brechtiano dai toni strehleriani, soprattutto nei caratteri che costellano la comunità del paese e nelle cantate corali che didascalizzano le situazioni più determinanti della storia. Un progetto sostenuto dagli ottimi costumi di Silvia Polidori…e dalla funzionale scenografia a pannelli verticali di Bruno Buonincontri. Farsa, commedia e dramma si mescolano con grande bravura da parte di tutti…Particolarmente apprezzata è stata l’interpretazione di Isa Danieli, attrice dalla forza straordinaria.

Procuste


La Sicilia – 01.04.2004

…Isa Danieli, affiancata da Massimo Foschi, sapientemente meschino e dignitoso nella parte, impera con pigrizia distratta, felina sulla scenografia divertente e sull’ottimo gruppo di attori, innestando con grande bravura nel personaggio tutta la sgradevole ambiguità che occorre… Grande padronanza dalla regia di Armando Pugliese, zampilli kitch, marcette irresistibili, costumi hollywoodiani, illustrazioni del racconto che, come nelle esequie della pantera nera, irrompono con allegria macabra e sfrontata. Solo un istante di tristezza si coglie verso la fine in questo spettacolo impeccabile, da non lasciarsi perdere.

Mirella Caveggia


Il Tempo – 14.04.2004

Una pièce spietata e grottesca, magnificamente interpretata da Isa Danieli…con intorno una popolazione prima grigia, opaca, poi animata con vesti sempre più colorate e scintillanti, apertissima al consumismo. Superbo Massimo Foschi…e magnifici si rivelano Lombardo Fornara, Virginia Da Brescia, Giuseppe De Rosa e tutti gli altri numerosissimi interpreti di uno spettacolo corale, accolto dal pubblico con minuti di applausi.

Carlo Rosati


la vista unitaL’Unità – 15.04.2004 

Isa Danieli, brilla il suo talento nella ‘Vecchia signora’

L’elevato numero dei personaggi e i frequenti mutamenti d’ambiente hanno richiesto un impegno davvero non lieve ai curatori dell’allestimento.…più che notevole è parso il contributo dello scenografo Bruno Buonincontri, che con la costumista Silvia Polidori e con Cesare Accetta, responsabile delle luci, ha creato un pertinente quadro visivo.…ha spiccato risalto la partitura composta da Pasquale Scialò.…Quanto agli attori, Isa Danieli ha dato conferma di un singolare talento, dimostrato e affinato nei suoi cimenti, in particolare, con la drammaturgia eduardiana.

Aggeo Savioli


la vista avantiL’Avanti – 20.04.2004

Dico subito che Armando Pugliese,…, è tra i registi del nostro tempo senz’altro dotato della più grintosa genialità. I testi che mette in scena, lui li studia a fondo e ancora più a fondo penetra nel pensiero dell’autore. Cosicché il dialogo dei protagonisti e di quanti altri stanno loro attorno, viene frammentato, per penetrare ancor meglio nella struttura del discorso e il discorso stesso viene quindi esaltato o attenuato a seconda di ciò che vuol far meglio intendere allo spettatore. La parola, il teatro della parola, per lui diventa concerto di prosa e gli attori si trasformano in coreuti. A tutto ciò si aggiungono gli accorgimenti, o se vogliamo gli effetti scenici che danno ancora più verismo alla vicenda. … Per il ruolo della protagonista Armando Pugliese ha scelto, ed ha ben scelto, Isa Danieli…Con lei è in scena nel ruolo della vittima, un altro ben apprezzato attore, qual è Massimo Foschi.

Renato Ribaud


Il Giornale – 25.04.2004

… E oscilla proprio tra cupa ironia e consapevole distacco l’atmosfera che il regista Armando Pugliese ha voluto ricreare al teatro Qurino. Rilettura che vede la sempre egregia Isa Danieli e il bravo Massimo Foschi capeggiare un cast assai numeroso e dividersi l’anima di un gioco al massacro…

Nel raccontare questa assurda vicenda, Dürrenmatt non incede mai però in toni drammatici o melò. Piuttosto, colora di umorismo l’intero impianto allusivo del testo e Pugliese, da parte sua, non fa che accentuare queste note semiserie attraverso scene corali, una scenografia quasi naïf e belle musiche chiamate a intervallare e vivificare l’andamento dei fatti come in un dramma a tesi suscitatore di sacrosante riflessioni.

Laura Novelli


la vista repubbLa Repubblica – 26.04.2004 

Il gioco sanguinario della signora nostalgia

Ritratta come una somma di cliché grotteschi, con una corte di clowneschi relitti, la signora Claire Zachanassian brilla di verità e di poesia … la bravissima Isa Danieli ne fa una proteica figura dalle molte facce, concentrato di dive, bambola giocosa e carnefice spietata nella bella messa in scena sfaccettata di Armando Pugliese, tutta tesa a cogliere il lato ridicolo nella tragedia e viceversa.

…È questa superba dimostrazione della facilità con cui una società cede alla lusinghe del potere a dare un senso angoscioso di attualità alla brillante serata, mentre la stessa vittima, nell’interiorizzazione pudica di Massimo Foschi,… accetta il giudizio ormai unanime della cittadinanza, in una divertita prova corale di gran risalto.

Franco Quadri