Miracoli e Canzoni – note di regia

È uno spettacolo atipico che mischia un po’ di prosa un po’ di cabaret e la musica dal vivo. Mi affascinava lavorare in un’operazione così ibrida e così promiscua.
Non avrei mai fatto la regia di un testo classico né mi sarei mai messo io a scrivere un testo vero e proprio. “È tempo di miracoli e canzoni” è stato, invece, una specie di work in progress.
Insieme ad Haber e Papaleo inventavamo il testo e lo scrivevamo lì per lì e questo nuovo modo di lavorare che mi ha affascinato molto: improvvisare, avere un margine di improvvisazione su un testo scritto, questo a mio avviso è veramente il teatro. È lavorare sull’improvvisazione, cercare di far capire agli attori che non devono solo rispondere alla battuta dell’altro, ma provare a pensare di poter rispondere qualcosa di diverso ogni sera.
Invidio molto sia Haber che Papaleo perché questo è uno spettacolo in movimento, che si evolve di replica in replica. Paradossalmente il pubblico potrebbe essere sempre lo stesso e non si annoierebbe mai, vedrebbe ogni sera uno spettacolo diverso.

Giovanni Veronesi