Questi fantasmi! – note

Questi fantasmi!, uno dei più famosi testi di Eduardo, etc., etc.

Mi viene da pensare:
questo testo ebbi il piacere di metterlo in scena per Luca De Filippo e la sua compagnia alcuni anni fa e, se la memoria non mi inganna, lo spettacolo andò molto bene.
Ovviamente spero che vada ugualmente bene anche questa realizzazione con Silvio Orlando protagonista.
Molto mi concentrai sulla casa degli spiriti a quel tempo, e sul rapporto dei personaggi con quella casa, molto mi concentrai sulle influenze scarpettiane e su quelle pirandelliane nella stesura eduardiana di uno dei suoi primi capolavori del dopoguerra, eppure…
Eppure qualcosa sicuramente doveva mancare, forse per la mia non sufficiente sostanziosa esperienza teatrale o umana.
Certo il gioco in bilico tra apparenza e reatà tra finzione e verità, che pervade tutto il lavoro è ciò che cercai di evidenziare, ma i piatti della bilancia forse pendevano un po’ troppo a favore dell’ingenuità del nostro Pasquale Lojacono.
Oggi mi chiedo: ma tutto il distinguo tra “fesso” e “furbo” così caro ai miei concittadini, quel distinguo che quasi sempre tralascia la considerazione che oltre a quelle due condizione possa esisterne una terza, l’intelligenza, l’avrò sottolineato a dovere? E riuscirò oggi a far capire che sostanzialmente di questa pasta è il nostro protagonista, perché così lo ha voluto l’autore, con le sue disperazioni e le sue esaltazioni, in una partita in cui mette in ballo il valore stesso della sua esistenza?
Speriamo di si, così come speriamo di far almeno intuire che aldilà del gioco dei fantasmi, aldilà dello svilupparsi degli interessi o degli appetiti o delle necessità dei nostri personaggi maschili, chiaro, anche se in forme diverse, fa risultare, l’autore, vero dramma quello delle donne.
Quello di Maria, donna inquieta e sballottata tra opposti sentimenti, che quando finalmente intravede la salvezza, se la vede sfumare sotto il naso.
Quello di Carmela, sorella del portiere rimasta scema… dopo una sortita in terrazza, magari per uno scherzo di dubbio gusto del nostro dirimpettaio, il professor Santanna.
Quello di Armida, la moglie tradita, che si ritrova abbandonata dal marito a gestire in una campagna sperduta i due “muorbidi”, come essa stessa definisce i suoi due figli…
…e finanche quello della defunta moglie del portiere, che forse perse la vita proprio a causa degli amorosi schiaffoni che l’uomo si era abituato a somministrarle per ammansirla o per “farla parlare”.
Già, perché aldilà delle incredibili trovate comiche e delle paradossali situazioni grottesche, proprio di dramma stiamo parlando, con tutti i suoi risvolti amari, compreso quel “…è probabile…speriamo” che lo chiude, foriero di altri drammi a venire…

Armando Pugliese