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Prospettive che cambiano, punti di vista che si spostano, spazi in movimento, percorsi che mutano. Come una steadycam seguo la vicenda che si snoda attraverso un alternarsi di pieni e di vuoti, cerco di consegnare il movimento allo spettatore e lo conduco a visitare uno spazio che altrimenti sarebbe immobile e offrirebbe, con monotonia, sempre la spessa faccia. Cerco un naturalismo vivo e dinamico fatto di sensazioni e di verità sognate. Voglio dare l’illusione che fuori dallo spazio scenico viva un altro spazio ed un altro ancora. Varco i limiti del non visto per comunicare la sensazione che qualcosa esista anche al di là della nostra stessa immaginazione.

Chissà, forse è lo stesso stato d’animo del protagonista, forse è una “soggettiva”, che vede quell’appartamento con i suoi stessi occhi aperti al possibile e all’impossibile.

Bruno Buonincontri