Rosencrantz e Guildenstern sono morti… tra Piemonte e Liguria
By ipocriti
Il cast di Rosencrantz e Guildenstern sono morti, capitanato dall’istrionico Francesco Pannofino al fianco di Francesco Acquaroli e Paolo Sassanelli, insieme ad Andrea Pannofino e Chiara Mascalzoni continua la tournée facendo tappa in Piemonte al Teatro Civico di Oleggio il 02/12, al Teatro Civico di Vercelli il 03/12 e al Teatro Sociale di Alba il 05/12 per poi proseguire in Liguria il 06/12 al Teatro Golzi di Bordighera. Il testo di Tom Stoppard con la regia di Alberto Rizzi, vede protagonisti i due guitti, personaggi secondari dell’Amleto di William Shakespeare che, insieme ad uno strepitoso Capocomico fanno rivivere le atmosfere della Commedia dell’Arte. Spiando dal buco della serratura la nota vicenda del principe danese, si porta in scena energia e la capacità di far sorridere anche nei contesti più drammatici. La trama segue le avventure di Rosencrantz e Guildenstern mentre vengono convocati alla corte di Danimarca per indagare sulla presunta follia di Amleto. Il regista Alberto Rizzi propone una messa in scena che non vuole solo esplorare la profonda riflessione filosofica del testo originale, ma anche esaltarne la potenza comica, senza mai perdere la ricchezza emotiva che caratterizza la tragicommedia di Tom Stoppard.
«Io sono Rosencrantz e Acquaroli è Guildestern», racconta Francesco Pannofino nell’intervista di Elisabetta Marsigli per il Corriere Adriatico, «ma sta tutto nel gioco della commedia. Tutti gli altri attori ci confondono continuamente e alla fine anche noi non sappiamo più chi è l’uno e chi l’altro». E la Commedia dell’Arte invita a giocare sulla scena: «Sono personaggi minori nella tragedia shakespeariana, chiamati per indagare lo stato mentale di Amleto. Ma è decisamente più grande di loro tutta la situazione di intrighi e congiure nel palazzo del potere e quasi, alla fine, rischiano la vita pure loro».
“Trionfa la caratteristica dialettica di Stoppard, che ironicamente pone problemi di logica (una moneta lanciata in aria ha sempre la possibilità di cadere mostrando la stessa faccia?) e crea scambi pieni di ironia sulla lingua – afferma Masolino D’Amico su La Stampa – oltre a riflettere sul teatro stesso: dove sta davvero la verità? Cosa significa morire? Umorismo, velocità e precisione di tre interpreti in gran forma, Francesco Pannofino e Francesco Acquaroli smarriti ex amici del principe più Paolo Sassanelli prim’attore, loro interlocutore principale”.
“L’idea felice di questo allestimento risiede nella decisione di Rizzi di innestare l’umorismo britannico di Stoppard sulla tradizione fisica della Commedia dell’Arte. Quello che avrebbe potuto essere un esperimento accademico diventa un successo, trasformando Rosencrantz e Guildenstern in maschere tragicomiche; moderni Zanni che inciampano attraverso un dramma shakespeariano che non riescono a comprendere – afferma Alessia de Antoniis su globalist.it – Pannofino, Acquaroli e Sassanelli sono l’arma segreta della produzione. I loro decenni di esperienza scenica permettono loro di navigare i campi minati verbali di Stoppard con tempismo corretto, sapendo esattamente quando disinnescare la densità filosofica con un gesto, una pausa o un’inflessione vocale calibrata”.
Rosencrantz e Guildenstern, pur essendo prigionieri di un destino apparentemente tragico, sono due uomini che affrontano l’assurdità della vita in modo esilarante. La vicenda di Amleto, vista attraverso i loro occhi, diventa una farsa divertente. Emerge così la freschezza dei loro scambi, rendendo le loro incertezze e la loro ignoranza del destino una fonte di continuo divertimento, che si esprime in tempi comici perfetti, in giochi di parole e nel loro modo di affrontare l’assurdo con una naturale leggerezza. Gli attori, anche grazie al supporto di una scenografia che cambia in tempo reale, avranno l’opportunità di giocare con la fisicità e gli strumenti della Commedia dell’Arte. Il centro della pièce è una macchina scenica, il teatro/carro, simbolo di movimento e trasformazione che diventa il protagonista della narrazione, mutando costantemente per adattarsi alle diverse ambientazioni e situazioni del testo. La pièce diventa così un’esplorazione dinamica e divertente di Rosencrantz e Guildenstern sono morti, una riflessione sull’esistenza che non dimentica mai la potenza comica del capolavoro di Stoppard.