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Rosencrantz e Guildenstern ripartono da Urbino

By ipocriti

Dopo una strepitosa anteprima nazionale lo scorso luglio al Festival shakespeariano dell’Estate Teatrale Veronese, Rosencrantz e Guildenstern sono morti debutta il 19 ottobre 2025 al Teatro Sanzio di Urbino. La città marchigiana si prepara ad accogliere l’arrivo del cast per alcuni giorni di allestimento. Francesco Pannofino, Francesco Acquaroli e Paolo Sassanelli, insieme ad Andrea Pannofino e Chiara Mascalzoni, trascorreranno il periodo di prove proprio nella città ducale, vestendo i panni dei due guitti, personaggi secondari dell’Amleto di William Shakespeare che, insieme ad uno strepitoso Capocomico faranno rivivere le atmosfere della Commedia dell’Arte. Il testo, scritto da Tom Stoppard nel 1998, spia dal buco della serratura la nota vicenda del principe danese portando in scena energia e capacità di far sorridere anche nei contesti più drammatici. La trama segue le avventure di Rosencrantz e Guildenstern mentre vengono convocati alla corte di Danimarca per indagare sulla presunta follia di Amleto. Il regista Alberto Rizzi propone una messa in scena che non vuole solo esplorare la profonda riflessione filosofica del testo originale, ma anche esaltarne la potenza comica, senza mai perdere la ricchezza emotiva che caratterizza la tragicommedia di Tom Stoppard. Rosencrantz e Guildenstern, pur essendo prigionieri di un destino apparentemente tragico, sono due uomini che affrontano l’assurdità della vita in modo esilarante. La vicenda di Amleto, vista attraverso i loro occhi, diventa una farsa divertente. Emerge così la freschezza dei loro scambi, rendendo le loro incertezze e la loro ignoranza del destino una fonte di continuo divertimento, che si esprime in tempi comici perfetti, in giochi di parole e nel loro modo di affrontare l’assurdo con una naturale leggerezza. Gli attori, anche grazie al supporto di una scenografia che cambia in tempo reale, avranno l’opportunità di giocare con la fisicità e gli strumenti della Commedia dell’Arte. Il centro della pièce è una macchina scenica, il teatro/carro, simbolo di movimento e trasformazione che diventa il protagonista della narrazione, mutando costantemente per adattarsi alle diverse ambientazioni e situazioni del testo. La pièce diventa così un’esplorazione dinamica e divertente di Rosencrantz e Guildenstern sono morti, una riflessione sull’esistenza che non dimentica mai la potenza comica del capolavoro di Stoppard.