Anonimo Napoletano

di Patrizio Ranieri Ciu

“… tra inganni e rivoluzioni, tra amori, canti e passioni, l’Isola Blu riemerge ogni sera sul palcoscenico del mondo per ricordarci che povero o ricco, angelo o serpe, chi crede d’aver vinto invece poi perde…”

musiche PATRIZIO RANIERI CIU

scene MAURO REA

costumi NUNZIA RUSSO

coreografie CARLOTTA BRUNI

arrangiamenti musicali CIRO CASCINO

regia ERNESTO LAMA

 

Rivoluzione, inganno ed amore su una terra di mare che ormai non c’è più

Storia di imbroglio di sole parole nel magico incanto dell’Isola Blu

Trama

Lo spettatore è attivato da una lettera priva di firma che gli viene consegnata ad inizio spettacolo. Il suo contenuto porta ad immaginare che possa essere stata scritta da un suo ipotetico avo.
Lo spettacolo conduce lo spettatore agli antefatti della lettera, nel contesto storico della Napoli di fine ‘700 attraversata dai venti della Rivoluzione Francese che i Borbone hanno inteso contrastare con una forte alleanza con la Corona Inglese.
È il 1799. Sono i giorni che anticipano la breve vita della Repubblica Napoletana.
Nel pittoresco borgo della misteriosa Isola Blu nel golfo di Napoli avviene l’incontro sentimentale tra Lizzy, una ragazza scozzese che accompagna il padre, Sir Douglas, diretto a Corte, e Mattia, un giovane pescatore napoletano coinvolto nelle trame della cospirazione antiborbonica da Ascanio, suo amico d’infanzia e capobanda rivoluzionario in fuga.
La diversità di origini e soprattutto di lingua rende ardua ogni comunicazione tra i due innamorati.
I due giovani ricorrono così ad un traduttore, il Maestro, che con la complicità del Capitano Beltà, Commissario della Gendarmeria Regia, diviene arbitro dei loro destini in un percorso che attraversa temi universali quali l’amore, la libertà, la speranza e la morte racchiusi in un’isola che rappresenta il mondo.
Gli eventi della vicenda conducono, vent’anni dopo, ad un inatteso finale condizionato dalle scelte del pubblico coinvolto.

Note di regia

Siamo in un’isola che non c’è, l’Isola Blu, che c’era ma non c’è più… emersa e immersa, riemersa e rimmersa.
Su quest’isola si racconta una storia di magia, di mare e di conchiglie, uguale a tante storie.
È infatti uno spaccato della nostra vita senza tempo, visto e rivisto, ascoltato e rinarrato. Amori, tradimenti, rivoluzioni, guerre, passioni, ideali, sconforti, vinti e vincitori. Il ripetersi di una trama che non ha tempo ma appartiene ad ogni epoca.
È con il gioco teatrale, la semplicità dei personaggi, la bellezza delle atmosfere, la musica, i testi, i gesti, che si cerca un’azione nuova, da scoprire e da cui lasciarsi trasportare.
L’idea della messa in scena è quella di far arrivare al pubblico, prima l’energia dei personaggi, poi tutto il resto. In scena non si toccano, si respirano; non si parlano, si ascoltano; non si muovono, si lasciano portare.
“Se il lupo non ha fame non attacca”… con questa semplicità si è cercato di mettere in scena l’opera, partendo da comuni sentimenti, quelli che spesso non vengono più presi in considerazione.
Si è andati a ricercare un istinto dimenticato, quello che è dentro di noi ma che abbiamo abbandonato, per provare a pensare, attraverso uno spettacolo da vivere in ogni suo respiro.

Note dell'autore

La mancanza di una chiara informazione nel confronto tra culture diverse (occidente e oriente) o tra diverse realtà sociali (incomprensioni di classe o generazionali) produce ed alimenta continui virus di disgregazione (guerra, terrorismo, clandestinità, abusi, violenza e stasi di condizioni precarie). Occorre un’attenzione continua sulla chiarezza della comunicazione per difendere e tutelare ogni strumento di conoscenza al fine di salvaguardarne la funzione di sviluppo, rispetto e reciprocità per una pacifica integrazione produttiva delle diversità. Anonimo Napoletano è una storia di amore e rivoluzione, metafora sulle negative alterazioni di contatto nelle diversità quando l’azione della comunicazione, nell’esigenza di dialogo ad ogni costo nel tentativo di superare l’estraneità dovuta ad origini differenti, è spesso preda di manipolazione speculativa di terzi. Patrizio Ranieri Ciu

Personaggi e simboli

PERSONAGGI e SIMBOLI
Le GUARRETTELLE – il fuori scena
Gli eventi: LA STORIA
La vita è come un racconto. Comincia dove un’antica storia volge al termine e si conclude dove una nuova storia prende avvio.

MATTIA – il blu
Il giovane napoletano: L’ENERGIA
Gioventù e speranza. L’esuberanza, l’entusiasmo ma anche la plasmabilità, duttilità e leggerezza, preda facile di falsi miti.

LIZZY – il rosso
La ragazza straniera: L’INCOGNITA
Diversità e attrazione. La difficoltà di capire e far capire, l’ignaro terreno di conquista e oggetto di strumentalizzazione.

IL MAESTRO – il bianco
L’occasionale Traduttore: La MANIPOLAZIONE
Intermediazione speculativa di sentimenti, fatti e avvenimenti.
Specchio del potere di condizionare la comunicazione.

ASCANIO – il verde
Il ribelle rivoluzionario: L’IDEOLOGIA
Fervore e fedeltà ad ideali che, se ingannati dal pregiudizio, spingono al fondamentalismo.

SIR DOUGLAS – il nero
L’anziano padre di Lizzy: IL PASSATO
Sostanza e ricchezza presenti in ogni diversità. Vero scopo ambito che permette il cambiamento di condizione.

IL CAPITANO BELTÀ – il giallo
Il Commissario della Gendarmeria: L’ORDINE
Complicità ed Interesse. La capacità di adattamento ad ogni compromesso.

DONNA DO’, RE e FA – il lilla
Le popolane – L’UMANITÀ
Impeto ed ingenuità. La gente che inconsapevole determina gli eventi e ne è travolta.

PIZIA, CASSANDRA e LEDA – il grigio
La maschera: IL SILENZIO
Presenza e osservazione. La coscienza minimizzata e sempre ai margini

Le MONELLE – l’arcobaleno
L’infanzia: LA SPERANZA
Il futuro che guarda, osserva e resta deluso.

Galleria

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