Teatro del Porto – musica

Teatro del Porto, il saluto al proprio pubblico, in versi prosa e musica, di un capocomico in partenza per il Sudamerica con brani teatral-musicali del proprio repertorio. Materiali del varietà che mescolano forme vocali colte (romanze da camera, preludi, cavatine, melologhi, duetti) a quelle popolari autoctone e di importazione: dai canti a distesa a quelli di lavoro, da canzonette di ambulanti a motivi ballabili.

In questo vasto universo sonoro di Viviani ho avuto modo di operare accogliendo l’inesauribile energia perlustrativa di Massimo Ranieri e la storica poetica mediterranea di Maurizio Scaparro.

Da qui la mia ricerca approda ad alcune “scoperte” come quella del tango-canzone Pifiaste, una composizione del ’29 destinata al nostro capocomico dal musicista italo-argentino Rafael Buonavoglia con la seguente dedica: «A mi mejor amigo el gran actor del arte napolitano Rafael Viviani.» O anche la riproposizione del Don Checchino, una cavatina di bravura, ispirata al precario Don Checco, protagonista dell’omonima opera buffa di Nicola De Giosa.

Accanto alla ricerca, il lavoro di elaborazione musicale per un organico strumentale da camera orientato a trasferire nel nostro tempo un repertorio lontano con armonizzazioni e timbrica nuove, come in Oje ninno o nella Canzone di Margherita. Ma anche interpolando materiale tematico diverso come la ripresa dell’introduzione di The Laughing Song di George W. Johnson, composizione a cui si ispira la “macchietta” ’A risa di Berardo Cantalamessa, inserita da Viviani nel lavoro Musica dei ciechi.

La musica preparata per questo lavoro segue come un sismografo gli stati d’animo e le vicende di un’ampia galleria di personaggi tra momenti fracassoni e spazi di sofferta intimità. Proprio come si addice a un qualsiasi porto del sud del mondo, teatro di presenze, scambi e passaggi. Qui tutto sembra scorrere liscio fino a quando la lacerante sirena di un piroscafo in partenza fa calare un sipario sulle vite delle persone.