Una notte in Tunisia – scene e costumi

Note sulle scene

Andrée mi aveva parlato di un uomo su una zattera in un mare di quotidiani. Io, quando ho letto il copione, ho immaginato e proposto un bozzetto che mantenesse la sospensione in un’immagine unica, senza cambi scena e che sostituisse un picco di roccia che si erge in un mare di sabbia, come se fosse la stessa materia disgregata. La sabbia era per me sia il segno dell’isolamento desertico, sia della perdita di qualsiasi contatto con la forma. Andrée con il mio bozzetto in mano ha avuto una serie di intuizioni. Ha recuperato un bellissimo tappeto color sabbia, su cui ha impiantato delle lastre di metallo al centro (che richiamavano l’idea della zattera), su cui ha poggiato il grande tavolo dell’ingresso, come scrivania di X. Era l’occasione giusta per recuperare una vecchia poltrona dell’ufficio di suo padre, che da tempo le stringeva il cuore ogni volta che la vedeva abbandonata lì nel laboratorio dei nostri tecnici! Si è così composta, in poco tempo, un’immagine molto semplice. Per rendere l’impianto classico del testo, ha pensato al boccascena ligneo disegnato da Fercioni per la Maria Brasca. L’intuizione finale, che ha reso ancora più metafisico il tutto, è stata quella di proiettare sul fondale i cieli di Piero Guccione. Aveva trovato il dettaglio che mancava…

Barbara Petrecca