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I Soliti Ignoti

di Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli - adattamento teatrale

Le gesta maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri che ci riportano all'Italia del secondo dopoguerra.

tratto dalla sceneggiatura di MARIO MONICELLI, SUSO CECCHI D’AMICO, AGE & SCARPELLI

personaggi e interpreti in o.e.
COSIMO – AUGUSTO FORNARI
CAPANNELLE – SALVATORE CARUSO
MARIO – ANTONIO GROSSO
FERRIBBOTTE – VITO FACCIOLLA
TIBERIO – VINICIO MARCHIONI
PEPPE (il Pantera) – GIUSEPPE ZENO
NICOLETTA/CARMELA – MARILENA ANNIBALLI
DANTE – IVANO SCHIAVI

scena LUIGI FERRIGNO
costumi MILENA MANCINI
musiche PINO MARINO
luci GIUSEPPE D’ALTERIO
regia VINICIO MARCHIONI

production licensed by Nicole Fosse Creative Director, The Verdon Fosse Legacy LLC

La commedia è la prima versione teatrale del mitico film con la regia di Mario Monicelli uscito nel 1958 e diventato col tempo un classico imperdibile della cinematografia e non solo.
Le gesta maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri sbarcano sulle scene rituffandoci nell’Italia povera ma vitale del secondo dopoguerra. L’adattamento è fedele alla meravigliosa sceneggiatura originale senza rinunciare a trovate di scrittura e di regia per rendere vicina quell’epoca lontana.

Note di regia

Ci sono dei film che segnano la nostra vita e I soliti Ignoti per me è uno di questi. Come uomo mi sono divertito e commosso di fronte alle peripezie di questo gruppo di scalcinati ladri. Come attore mi sono esaltato davanti alla naturalezza con cui recitano mostri sacri come Mastroianni e Gassman. Come regista ho amato il perfetto equilibrio con cui Monicelli rende un argomento drammatico in modo leggero. Così l’idea di realizzare la regia della trasposizione teatrale del film, mi ha immediatamente conquistato. È una storia bella e necessaria, che ci parla del presente immergendoci nel passato. La povertà del dopoguerra è una piaga che resiste ancora oggi, sebbene in altre forme, in tante zone d’Italia. Vorrei restituire sulla scena l’urgenza sentita dai personaggi di superare la miseria che li affligge, insieme alla vitalità indistruttibile e alla magia di un’Italia passata verso la quale proviamo nostalgia e tenerezza. Spero che gli spettatori possano uscire dal teatro con gli stessi sentimenti che provo io dopo una visione del film: divertiti, commossi e perdutamente innamorati di quei personaggi indimenticabili. Adattare un classico è sempre una sfida rischiosa e difficile. Ma sono le sfide che vale la pena vivere, insieme ai miei compagni di strada.       
Vinicio Marchioni